DDL scuola: Aosta, docenti spiegano a genitori e studenti le ragioni dello sciopero

Data pubblicazione: Jun 10, 2015 11:16:12 PM

Il 9 giugno 2015 si è svolta, nell'auditorium del Liceo delle Scienze umane e scientifico "Regina Maria Adelaide", un'assemblea dei docenti, aperta anche ai genitori e agli studenti dell'Istituzione scolastica, per svolgere un'azione di informazione e confronto sul DdL "La buona scuola".

I docenti presenti hanno proclamato la loro adesione allo sciopero indetto dalle Organizzazioni Sindacali in concomitanza con le operazioni di scrutinio di fine anno scolastico e, per motivare la loro scelta, hanno reso pubblica una lettera aperta rivolta alle altre componenti della scuola.

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All'attenzione di genitori e studenti

dell'Istituzione Scolastica “Regina Maria Adelaide” Aosta

Noi insegnanti dell’Istituzione scolastica “Regina Maria Adelaide” riuniti in assemblea il 9 giugno 2015 intendiamo esprimere le motivazioni della protesta contro il DdL “La buona scuola” e l’organizzazione che esso propone per la scuola pubblica italiana, che viene modificata più per fini propagandistici ed economici che non per effetto di un'effettiva ed efficace progettualità.

Molti sono gli aspetti del DdL già segnalati e contestati, come la scelta di una direzione della scuola non rispettosa della collegialità nelle decisioni, la valutazione dei docenti da parte di improbabili comitati di valutazione, la mancata assunzione di migliaia di docenti preparati e già abilitati.

Su due aspetti critici in particolare vogliamo però concentrare l'attenzione.

In primo luogo citiamo l'articolo 22 del DdL , che stabilisce : "che il governo potrà regolare tutto il rapporto di lavoro dei docenti e del personale Ata tramite dei semplici decreti legislativi" in merito a orari di lavoro, permessi, assenze e retribuzioni. Questo significa l'eliminazione della contrattazione collettiva e fornisce di fatto al governo una delega in bianco per modificare il Testo Unico della scuola e per aumentare le ore di lezione frontale dei docenti, come si è spesso ventilato negli ultimi anni.

A questo proposito facciamo presente che la professione del docente della scuola media inferiore e superiore non si esaurisce nelle 18 ore di lezione frontale, come spesso erroneamente si scrive e si dichiara, ma richiede ulteriore lavoro a scuola (per le attività collegiali, il coordinamento delle classi, i progetti che caratterizzano l'offerta formativa, l'organizzazione della biblioteca) e al di fuori della scuola (per l'aggiornamento, la formazione costante, la preparazione delle lezioni e la preparazione e correzione degli elaborati). Tale lavoro è equiparato ad altre 18 ore settimanali. Un aumento delle ore di lezione quindi avrebbe come unico effetto il peggioramento della qualità dell'insegnamento, al solo scopo di risparmiare sulla scuola pubblica italiana, che è in Europa tra la ultime per quanto riguarda i finanziamenti e gli stipendi degli insegnanti ( i quali peraltro svolgono mediamente lo stesso numero di ore di lezione frontale dei loro colleghi europei).

Inoltre ricordiamo che migliaia di docenti, pur in possesso di esperienza e titoli abilitanti ( Tirocinio Formativo Attivo, Percorsi Abilitanti Speciali) col DdL non vedranno riconosciuti i loro titoli e il loro lavoro e dovranno essere sottoposti a un ennesimo concorso, senza nessuna certezza per il loro futuro.

Su tale argomento ricordiamo che i docenti della scuola italiana hanno superato numerose prove concorsuali prima di entrare in ruolo e non rifiutano affatto di essere valutati anche nel loro lavoro quotidiano, purché ciò avvenga secondo criteri trasparenti e ad opera di personale qualificato, per esempio da parte di ispettori competenti, come avviene in altri paesi europei.

Per tutti questi motivi abbiamo scioperato il 5 maggio, manifestato con presidi e flash mob e siamo disposti a prendere in considerazione altri metodi di protesta, come l'adesione allo sciopero di due giorni proclamato dalle Organizzazioni Sindacali in concomitanza con gli scrutini di fine anno scolastico. Tale azione non si mette in atto ormai da una ventina di anni, ma diventa necessaria di fronte a una situazione estremamente grave e all'azione di un governo che, in modo irrispettoso degli stessi rami del Parlamento, agisce prima ancora che avvenga l'approvazione del DdL da parte del Senato.

Ci scusiamo pertanto se la nostra azione di blocco degli scrutini recherà un sia pur minimo disagio agli studenti e alle famiglie, ma siamo convinti che le circostanze presenti rendano indispensabile ricorrere a tutti gli strumenti a nostra disposizione per la difesa del futuro della scuola pubblica.

Aosta, 9 giugno 2015

I docenti presenti all'assemblea