Sospendere gli adattamenti, ripensare priorità e metodi

Data pubblicazione: Dec 21, 2017 2:28:59 PM

Comunicatio stampa FLC CGIL Vda

Lunedì 18 dicembre scorso, si è riunito il Comitato Direttivo della Flc Cgil Valle d’Aosta, che ha preso atto della decisione dell’Assessorato Istruzione e della Sovraintendenza agli studi di avviare un processo di “rimodulazione” delle adaptations, a partire dall’immediata concessione alle scuole di una maggior autonomia nell’individuazione delle materie in CLIL e delle compresenze.

"Sin da subito avevamo segnalato la nostra perplessità sulla scelta di concentrare risorse ed energie sul plurilinguismo - spiega il Comitato Direttivo - nonostante riconoscessimo il valore e l’utilità di un’adeguata conoscenza delle lingue come facilitatore del dialogo culturale e come fattore di sviluppo economico, pensavamo che fossero altre le urgenze della scuola valdostana".

Il Direttivo ritiene cheLe priorità da affrontare sono fondamentalmente diverse da quelle su cui questo documento si concentra, viste nell’ambito di una prolungata crisi economica e di una fase di contrazione complessiva delle risorse pubbliche a disposizione della Regione. In particolare, si evidenzia come qualunque cambiamento del sistema scolastico valdostano debba assumere la centralità della funzione pubblica dell'istruzione, con l'obbiettivo della riduzione delle differenze sociali e delle disuguaglianze, a fronte di una significativa dispersione scolastica e di una difficoltà dell’insieme del sistema educativo a confrontarsi con un contesto economico che favorisce divergenze e disparità. Di conseguenza, qualunque adattamento e cambiamento deve essere tenuto in considerazione all'interno del quadro complessivo dei processi sociali in corso, delle altre riforme incipienti ed in attuazione, dell'insieme complessivo delle risorse a disposizione e dei suoi criteri di distribuzione fra ordini di scuola, istituti e interventi formativi”

Attraverso i suoi rappresentanti eletti nel Consiglio Scolastico Regionale, la Flc Cgil aveva segnalato rilevanti problemi di metodo, a partire da un limitato coinvolgimento degli insegnanti e del mondo della scuola, la rigidità dei percorsi proposti, la necessità di sviluppare la necessaria formazione nel corpo docente (con i relativi tempi ed una valutazione dei costi), la questione dei carichi di lavoro e della loro ridistribuzione, la velocità e le forzature previste nel suo progetto di implementazione. Oltre che la necessità di considerare gli effetti determinati dal combinato disposto con altri provvedimenti (che abbiamo ritenuto altrettanto sbagliati nel merito e nel metodo), come la scelta di limitare il potenziamento alle superiori di secondo grado e quella di ridurre l’insegnamento tecnico e le compresenze nelle superiori di primo grado.

Per questo la Flc Cgil si era espressa contro il documento definitivo all’avvio della sperimentazione, raccogliendo un sentire comune di molti lavoratori e lavoratrici della scuola valdostana.

In questo anno e mezzo gli adattamenti sono proseguiti secondo il piano tracciato (nonostante il cambio di maggioranza in Regione).

"Nel loro percorso - continua il Direttivo - sono progressivamente emersi i limiti, i problemi e le criticità segnalate da noi e dalle le altre sigle sindacali attraverso la stesura di un documento prodotto a seguito delle assemblee unitarie e inviato alla Sovraintendenza agli studi scorso maggio, da molti docenti e da diverse scuole sin dall’inizio. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i documenti e le prese di posizione dei collegi docenti, che hanno sottolineato non solo le questioni di sistema su cui ci eravamo concentrati come organizzazione sindacale (finalità, limitatezza delle risorse e organizzazione del lavoro), ma anche evidenti problemi di ordine didattico, a partire dal senso e dall’utilità della metodologia CLIL, dalla sua inappropriata applicazione (imposto a docenti che non hanno le necessarie competenze linguistiche), dalle specifiche scelte sulle materie e le eventuali compresenze da attivare. Un insieme di criticità che non solo mettevano a rischio alcune positive esperienze sviluppate negli anni da diversi istituti scolastici, ma anche un’adeguata trasmissione di conoscenze e competenze all’insieme degli studenti, con la possibilità di compromettere, o comunque ridurre, i livelli di preparazione e la qualità complessiva della scuola valdostana".

Finalmente, visto il moltiplicarsi dei campanelli di allarme, l’Amministrazione ha deciso un passo. Ha registrato, dopo tanto tempo, le volontà espresse da tanta parte del mondo della scuola: organizzazioni sindacali, assemblee di lavoratori e lavoratrici della scuola, collegi docenti di diverse istituzioni scolastiche. Lo riteniamo però un passo ancora incompleto e insufficiente. E soprattutto, un passo in cui non è ancora chiara la direzione di marcia.

"Riteniamo infatti in primo luogo necessario sospendere la sperimentazione per il 2018/2019 e, con i tempi adeguati che sono necessari, trarre un reale bilancio di questa esperienza (come dei precedenti percorsi e sperimentazioni in materia linguistica) - spiega il Direttivo - Un bilancio che non può prescindere dalla raccolta di dati ed informazioni su quanto concretamente avvenuto nelle scuole. Un percorso di valutazione nel contempo partecipato, che sia in grado di coinvolgere l’intero mondo della scuola, senza deleghe ad esperti e comitati tecnici ristretti (che hanno mostrato i propri limiti proprio in questa esperienza). In questo quadro, riteniamo necessario ed urgente che l’Amministrazione definisca un piano, in cui siano chiaramente indicati tempi e modalità di questo percorso di valutazione e ripensamento, con cui ci si possa confrontare come organizzazioni sindacali e come collegi docenti, e che sia quindi valutato anche dal Consiglio Scolastico Regionale".

La Flc Cgil della Valle d’Aosta verificherà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi le intenzioni e gli atti dell’amministrazione regionale. Augurandosi che "In un percorso in cui siano finalmente valorizzate tutte le parti della scuola (i tavoli sindacali di trattativa sull’organizzazione del lavoro come i collegi docenti sul piano didattico), sia possibile costruire insieme, con l’apporto di tutti e tutte, un processo di sv